Il Campanil Basso
di Roberto Corà

 

 

 

 

Era un anno che ormai se ne parlava di scalare questa vetta!!!

E’ da circa 5-6 anni, da quando ho iniziato a frequentare le Dolomiti di Brenta, che ho iniziato a sentir parlare di questa guglia incredibile, a vedere foto ovunque, a leggere la sua storia, rimanendo subito affascinato dalla sua bellezza, dalla sua imponenza, dalla sua verticalità, che rendono il Campanile una delle più belle e suggestive guglie di tutto il mondo.

In quegli anni non praticavo ancora l’arrampicata e un po’ di alpinismo, ma del semplice trekking, infatti l’idea di scalare questa vetta non esisteva neanche nei pensieri più profondi, se non un semplice sogno, logicamente irrealizzabile, leggendo di alpinisti e varie cordate che nel passato e tuttora conquistano la sua cima, invidiando loro questo privilegio.

E’ un po’ come quei sogni che sai che non potranno mai avverarsi, ma in ogni caso continuano ad affascinarti e a caricarti sempre più di emozioni.

Leggevo di Maestri, di quella lunghissima cordata in occasione del centenario, sprazzi qua e la dei primi alpinisti che lo hanno conquistato, e il Campanile, anno dopo anno, continuava sempre più ad affascinarmi!!!

E pensare che tutto ciò accadeva senza mai averlo visto dal vivo, da vicino, ma solo in fotografie e cartoline.

Ero stato al Rif.Brentei ma non avevo proseguito.

Avevo percorso il sentiero ferrato Benini, dalla parte del Grostè, quindi potevo solo immaginare, dalle foto viste, lo scenario stupendo in cui si trova il Basso, a volte pensando anche che magari il giorno in cui l’avrei visto dal vivo sarei rimasto deluso, a causa di tutta quella costruzione immaginaria cosi bella e impressionante che mi ero fatto da solo!!!

Ma non è stato cosi…!!!!

Cominciai l’anno scorso, a contattare una guida alpina di Pinzolo(un certo Aldo), ma la cosa non andò in porto.

Primo perché non sono riuscito a combinare i giorni con Ruggero, un mio amico che avrebbe dovuto raggiungermi per fare insieme il Basso. E secondo, se devo essere sincero, non mi sentivo ancora pronto ad affrontarlo, non ero ancora sicuro delle mie capacità, sapendo che come tipo di arrampicata se pur alla mia portata, era comunque diversa dalle classiche falesie o vie spittate, con passaggi espostissimi e doppie mozzafiato!!!

Insomma sapevo che l’ambiente era suggestivo al massimo e veramente da brivido.

In quest’ultimo anno mi sono allenato più del solito, raggiungendo la convinzione che anche se il Campanile era la mia prima via di montagna, ero pronto per farlo.

Potrebbe sembrare esagerato per alcuni, che magari una tale via la ritengono banale!!!E’ vero, non è una via durissima, ma essendo una delle prime esperienze e l’emozione che il Basso aveva sempre creato in me, è ovvio che il tutto rendeva la cosa ricca di tensione ma soprattutto carica di un atmosfera romantica, quasi irreale.

Finalmente è arrivato il giorno,il 20-07-2002.

Io e Ruggero siamo partiti raggiungendo la Vallesinella e da li abbiamo raggiunto la guida al rifugio Brentei, ammirando lo spettacolo del paesaggio circostante e l’imponenza delle pareti e spigoli di roccia del Crozzon di Brenta, della cima Tosa e Margherita, con il suo canale di ghiaccio centrale, quasi a decorarne l’aspetto gia di per se stupendo.

Ci siamo poi incamminati verso il Pedrotti,e nel frattempo l’ambiente circostante si faceva sempre più imponente, contornato da guglie e pareti, fino a che è spuntato lui, si, il Campanile,imperioso e dominante!!!

L’emozione saliva esponenzialmente e l’idea che il mattino avrei scalato quel bestione pieno di storia, creava in me un brivido e nello stesso tempo una gioia indescrivibile.

Partimmo all’alba, lungo le bocchette, fino all’attacco.

In tre ore raggiungemmo la vetta e non nascondo che a fatica sono riuscito a trattenere le lacrime di gioia ed emozione, per essere arrivato in cima ad un sogno che in quel momento non lo era più!!!

E’ come se una luce positiva avesse riempito il mio animo e i miei occhi!!!

Da quel giorno, alcuni conoscenti dicono che i miei occhi sono diventati più chiari!

Ma!!! Sarà vero !? O sarà proprio che il Campanil Basso ha qualcosa di magico!!!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ritorna alla home-page di Roberto Corà

Sfondo: La Torre Trieste, disegno di Paola Berti De Nat (da "Le Alpi Venete", Autunno - Natale 1985)