GRAN PARADISO - Giugno 2004

 

Verso il Rifugio Vittorio Emanuele Alessandro - Arrivo al Rifugio Vittorio Emanuele Ci leghiamo in cordata Ci leghiamo in cordata
Sul Ghiacciaio del Gran Paradiso Panorama dalla vetta Rientro al Rifugio Vittorio Emanuele Rientro al Rifugio Vittorio Emanuele

 

Finalmente Alessandro ed io arrivammo all’affollato parcheggio di Pont Valsavaranche, a quota 1.960m. Sembrava che il viaggio non finisse più, ed essendo partiti dopo pranzo, avevamo un sonno incredibile. Infatti, Alessandro, alla prima sosta per un caffè, lasciò a me il piacere della guida! Non che io avessi un grande entusiasmo, ma piuttosto che schiantarsi su un pilone dell’autostrada, accettai volentieri!

Premetto che per me questo era il secondo tentativo di raggiungere la vetta del Gran Paradiso, perché avevo già provato nell’ottobre del 2003 con un altro amico.E’ stata una bell’avventura, anche se parecchio faticosa. Il rifugio era chiuso, quindi abbiamo dormito nel bivacco invernale. Non c’era luce, l’acqua era scarsa e devo dire che il freddo mi ha svegliato parecchie volte durante la notte.Sveglia alle 3,00, partenza, ma poi alcune cose andarono storte e quindi, con grande sconforto, la vetta non fu raggiunta. Non vi dico il mio stato d’animo……

Va bè!! Torniamo al 2004 con Alessandro!!

Come dicevo prima, arriviamo a Pont Valsavaranche già stanchi dal viaggio, e guardandoci in faccia le prime parole sono state: ” Ma chi ce lo fa fare?”

Imbocchiamo il sentiero verso il rifugio Vittorio Emanuele che con numerosi tornanti si inerpica nel ripido bosco.Più in alto usciamo dal bosco e percorriamo in direzione Est gli ampi dossi morenici oltre i quali si apre la meravigliosa vista sulle pareti nord del Ciarforon 3642m e della Becca di Monciair 3544m.

Ecco che la nostra pigrizia  e già svanita e sostituita da un entusiasmo e da una carica quasi incontrollabili.

Alessandro non ama come me l’arrampicata o comunque cose particolarmente rischiose, ma c’è da dire che adora la montagna, e, quando sono con lui per un’escursione, riesce a trasmettermi delle emozioni particolarmente forti, facendomi apprezzare ancor di più quei luoghi fantastici.

Raggiungiamo il  rifugio Vittorio Emanuele, posto a 2775 m di quota, poco prima delle 19,00.

C’è molta gente e andiamo subito a confermare il nostro arrivo per la cena e il posto a dormire.

L’unico mio dispiacere è che il telefono non riceve, perché vorrei chiamare Cristina (la mia donna) per descriverle e condividere con lei la bellezza di quei luoghi.Confesso che mi manca molto e a quel punto so che non posso più sentirla fin la sera del giorno successivo.

Sistemiamo alla meglio i nostri zaini nella  camera, che dato l’affollamento è purtroppo una di quelle della parte invernale del rifugio ,quindi piccola e scomoda.Dopo cena decidiamo che la sveglia sarà alle 03,30.Non abbiamo dormito molto e subito dopo la colazione ci prepariamo, mettiamo scarponi,ghette e ci incamminiamo in direzione Nord Est alla luce delle pile frontali.

Ci si muove tra grandi massi seguendo omini di pietra e traccia di sentiero. Troviamo la neve già nelle vicinanze del rifugio, e più in alto, percorrendo un canale che raccoglie l’acqua del ghiacciaio, raggiungiamo la base dello stesso dove mettiamo i ramponi e ci leghiamo in cordata. Devo dire che siamo partiti con un buon passo e Alessandro ha sempre tenuto il ritmo senza la minima difficoltà.

Superiamo abbastanza velocemente il primo ripido pendio che porta alla parte alta della salita caratterizzata da ampi dossi nevosi.Ad un certo punto si devia a sinistra per superare la “schiena d’asino”, la dorsale crepacciata che divide il ghiacciaio del Gran Paradiso da quello di Laveciau.

Qui il panorama diventa sempre più suggestivo ed emozionante. L’unico inconveniente è che in questo punto ha iniziato a sollevarsi un vento forte e freddo, costringendoci a fermarci per indossare guanti pesanti, cappelli e gusci.Proseguiamo sempre con passo costante fin quando la cima è ormai in vista. L’emozione è sempre più forte e in breve tempo ci portiamo sotto la breve cresta rocciosa terminale.In 4 ore siamo arrivati in cima e mi complimento con Alessandro, il quale non si sente però di percorrere il breve tratto roccioso terminale che porta alla Madonnina di vetta. Salgo da solo e con difficoltà a causa dell’enorme quantità di gente. Rimango un po’ deluso per la mancanza della Madonnina, che a quanto pare è stata portata via per delle manutenzioni, ma il panorama e la soddisfazione sono ripaganti di ogni sforzo. E’ sempre bello fare un 4000, e indipendentemente dalle difficoltà tecniche ritengo sia una grossa soddisfazione personale. Il Gran Paradiso ha poi la particolarità di essere l’unico 4000 tutto Italiano.

Scendo e raggiungo Ale, ci riposiamo alcuni minuti e poi ripartiamo con tutta calma, godendoci ogni particolare del paesaggio.Raggiungiamo il rifugio verso mezzogiorno, mangiamo qualche cosa, e dopo aver salutato Emanuele, un amico che viene nella mia stessa palestra e casualmente era  salito sul Gran Paradiso lo stesso giorno dalla parete Est (il mondo è piccolo), scendiamo lungo il sentiero che ci riporta al parcheggio di Pont.Siamo cotti,beviamo qualche cosa di fresco al bar e partiamo verso Milano.

La sera racconto a Cristina questi due giorni indimenticabili….

Questa volta la vetta è stata raggiunta !!!!!!!!

 

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Musica di sottofondo: "Mi rubi l'anima" - Laura Pausini