Per la seconda volta si torna in
Gaver con le ciaspe sullo zaino e ancora una volta il tempo ci assiste. Non
c'è una nuvola in cielo ma in compenso il termometro segna -13 gradi! Siamo
ancora indecisi su quale itinerario impegnarci. Il primo conduce al Passo
Crocedomini, l'altro - molto più impegnativo - è quello che raggiunge il
Rif. Tita Secchi e Lago della Vacca. Alla fine decidiamo per il primo
ripromettendoci di effettuare il secondo in un'altra occasione.
L'itinerario prescelto è abbastanza lungo, ma il sole di oggi ci dà
entusiasmo. Alle 8.30 siamo già con gli attrezzi ai piedi. Siamo i soliti
quattro amici: Luigi, Gigio, Giovanni e il sottoscritto. Dal
parcheggio ci dirigiamo verso il Goletto di Gaver; dopo 15 min. di bosco
abbastanza agevole ci troviamo di fronte un dosso molto ripido che spaventa
un po' tutti. Superatolo attraversiamo la pista da sci "La Misa" e
cominciamo a salire con non poca fatica. Giovanni sembra un ragazzino: è la
prima volta che inforca le ciaspe, fa il doppio di strada che facciamo noi,
su e giù da ogni piccolo dosso. Finalmente scolliniamo e ora siamo in vista
del Goletto (1786 m). Dobbiamo riattraversare la pista da sci e portarci
sulla destra della valle. Dopo un'ora e mezza dalla partenza siamo quasi a
metà strada. Breve sosta per ammirare lo splendore di questi luoghi da me
molto frequentati ma solo d'estate.
Riprendiamo la marcia con
direzione Malga Cadino. Ora l'itinerario è molto più tranquillo. Dobbiamo
seguire le tracce della strada statale completamente coperta di neve.
Tagliamo tutti i tornanti e dopo circa un'ora arriviamo nei pressi della
Malga Cadino. La raggiungiamo in leggera discesa. Non l'avevo mai vista
così: semi coperta dalla neve è veramente meravigliosa. E' d'obbligo una
sosta per scattare qualche fotografia; da qui si possono vedere a sinistra
il Monte Misa con i tracciati delle piste da sci e a destra tutte le
cime più belle della Val di Cafaro: il M. Frerone (2673 m), la Cima Terre
Fredde (2645 m) e poi il mio preferito il Cornone di Blumone (2843 m). Ho
raggiunto diverse volte la sua bellissima cima e ogni volta ho provato
sensazioni diverse. La Malga Cadino è il punto più utilizzato dagli
escursionisti come punto di partenza per raggiungere il rif. Tita Secchi.
Qui parte il sentiero n. 1 Alta Via dell'Adamello; passando per il P.sso
Blumone si possono raggiungere tutti i rifugi dislocati sull'Adamello.
Riprendiamo la nostra gita verso il Passo Crocedomini. Il tracciato della
strada statale è completamente ricoperto dalla neve. Si intravedono
solamente le sagome dei tornanti sepolti sotto la neve. Guardando vero
l'alto notiamo che le cime sono spazzate dal vento che alza violenti vortici
di neve. Ci prepariamo ad essere investiti anche noi dal vento. A metà
strada tra Malga e Passo incrociamo un escursionista con ciaspe. Scambiamo
quattro chiacchiere. Apprendiamo che al Passo il vento è così forte quasi
da portarti via. Mentre ci parla io continuo a fissarlo. Lui mi chiede:
"Ci conosciamo?". Io gli rispondo: "No, ti sto guardando
perché siamo a -10 gradi e sei con le maniche corte". La mia risposta
provoca una risata collettiva. Nel salutarci l'escursionista si giustifica:
"Ci sono abituato e poi con questo sole...".
Riprendiamo a salire tagliando
tutti i tornanti. E' un po' più faticoso però così abbreviamo la strada.
A mezzogiorno circa siamo alla Croce dove scattiamo l'immancabile
fotografia, più che giustificata vista la bellezza del posto. Sprono gli
amici: "Ancora un piccolo sforzo, superato quel dosso ci siamo". E
infatti in cinque minuti siamo al Passo Crocedomini. Il Passo fa da
spartiacque tra le tre valli più importanti della provincia di Brescia e
cioè la Val Sabbia, la Val Trompia e la bellissima Val Camonica. Quella che
si presenta a noi è appunto la Val Camonica. Come mettiamo piede sul Passo
veniamo investiti da un vento fortissimo e gelido. Siamo tutti d'accordo
sull'opportunità di raggiungere il rifugio per consumare uno spuntino
riparati dalla costruzione. Il rifugio sembra così vicino tanto da poterlo
toccare con una mano. Invece impieghiamo più di mezzora per arrivarci. Ne
è valsa la pena. Al rifugio incontriamo due Camuni, cioè due escursionisti
provenienti dalla Val Camonica che stanno effettuando una gita
scialpinistica. Abbiamo stappato un buon Lugana e fatto amicizia. I due
scialpinisti ci raccontano di essere partiti da valle mentre nevicava. Non
hanno resistito alla voglia di salire ed eccoli qua. Finito lo spuntino e
dopo aver realizzato diverse fotografie, ci incamminiamo sulla strada del
ritorno. La discesa ci impegna per circa tre ore. Giungiamo all'automobile
stanchissimi ma molto felici per quello che abbiamo visto. Prima di salire
in auto un ultimo sguardo al Blumone. Siamo tutti d'accordo: sarà la nostra
prossima meta; vogliamo vede il sentiero n. 1 coperto di neve!.
|