Finalmente
dopo quasi un anno proviamo di nuovo a metterci le ciaspe ai piedi!
Dopo una sosta di 15 giorni, sentiamo il bisogno di sgranchirci le gambe e
considerando tutta la neve caduta negli ultimi giorni decidiamo di andare
in Gaver per una ciaspolata.
La giornata e bellissima, senza nuvole e neanche tanto fredda se
paragonata ai -27 della precedente esperienza al Rifugio Tuckett: oggi
alla partenza dalla Piana del Gaver ci sono soltanto (si far per dire) 7
gradi sotto zero.
Alle
8,30 siamo già in marcia su 60 cm di neve abbastanza compatta,
destinazione la Corna Bianca (sotto Il Cornone di Blumone) con
l'intenzione, se le condizioni del sentiero lo permettono, di arrivare
fino al Rifugio Tita Sechi. La compagnia è la solita: Gigio, Luigi,
Giovanni e naturalmente il sottoscritto, Silvano.
Come
al solito non ci ricordiamo che il tratto che dalla Piana porta al Goletto
di Gaver è durissimo e dopo 15 min. dobbiamo fermarci per
riprendere fiato.
Notiamo con piacere che quest'anno non c'è bisogno di attraversare le
piste da sci poiché a lato della Misa è stato tracciato un sentiero
scialpinistico che porta alla Malga Cadino e con una deviazione a destra
verso il Rifugio Tita Sechi che sarà quella che noi seguiremo. Il
sentiero estivo segue una vecchia strada militare che costeggia il lato
destro della valle, quello di oggi è stato tracciato con il
gatto delle nevi dentro la valle e segnato con picchetti.
Dopo
circa 2 ore e 30 min. di cammino con le ciaspe siamo sotto la Corna Bianca.
Cerchiamo un punto per ripararci dal vento laterale fortissimo e
altrettanto freddo. Non troviamo di meglio che ripararci dietro a una grande
bacheca in legno del Parco dell'Adamello. Non appena tolti gli zaini ci
accorgiamo che qui finisce il sentiero battuto dal gatto delle nevi (più
tardi - a valle - scopriremo che il sentiero verrà terminato solo per la
vigilia di Natale in quanto il Rifugio aprirà i battenti per le
Festività Natalizie fino all'Epifania).
Qualcuno
di noi vorrebbe proseguire, ma dopo una più attenta riflessione si decide
di fare uno spuntino e di rientrare senza rischiare più del dovuto in
quanto per proseguire ci sarebbe da attraversare un ghiaione ricoperto da
tanta neve con una inclinazione molto accentuata ed esposta al sole tutto
il giorno e di conseguenza soggetta a slavine.
Terminato
lo spuntino. Prima di rientrare, calendario alla mano, decidiamo la data
per la ciaspolata al Tita Sechi (sempre sentiero permettendo) che
fissiamo per il giorno 5 Gennaio 2006.
Tutti
d'accordo decidiamo che il rientro lo si fa dal sentiero estivo cioè
dalla strada che è completamente ricoperta di neve intatta. Le
uniche tracce sono di animali. Scelta azzeccata; la neve è abbastanza
compatta e ci divertiamo tantissimo.
Il
rientro è più breve perché abbiamo tagliato le piste da sci in quanto
nel pomeriggio gli impianti sono chiusi. Dopo solo 1 ora e 40 minuti siamo
all'automobile e neanche troppo stanchi.
Una tappa
in Valdorizzo per un bombardino (lo chiamano così da queste parti) che ci
riscalda non poco e poi via verso casa molto soddisfatti della bella
giornata passata
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