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Discesa dalla Forcella Staunies - Creste Bianche

Discesa dalla Forcella di Staunies - Creste Bianche Chi è stato alla forcella del Rifugio Lorenzi nella stagione estiva per percorrere il sentiero Dibona, avrà sicuramente notato la selvaggia bellezza del canalone che si sviluppa sul versante opposto.

Diversi anni fa, dopo aver pernottato al rifugio con Roberto e Massimo, impegnati in un giro escursionistico nella zona,  attraversando il ponte "hymalaiano" che si incontra all'inizio del percorso, ho guardato alla mia destra. A quell'epoca avevo iniziato da poco tempo a sciare e certamente quella discesa non era ancora alla mia portata, ma pensai che forse un giorno...

Così è stato e dopo quasi dieci anni, in compagnia di Orfeo e Susy, sono alla forcella tutto indaffarato a concludere i preparativi, ostacolato da un vento seriamente intenzionato a portarsi via tutto quello che non viene tenuto d’occhio.

Questa notte sono caduti almeno quindici centimetri di neve fresca e le mie conoscenze sulla stabilità del manto nevoso - sia pur primordiali - mi fanno dubitare sulla saggezza della scelta. Il parere favorevole espresso da un amico Guida Alpina, che si è limitato a consigliare molta attenzione ai cambi di pendenza ed ai pendii troppo ripidi, non mi tranquillizza completamente.

Luciano in azione - Creste Bianche Davanti a noi, bellissima e coperta di neve, la Croda Rossa, maestosa testimone della nostra impresa.

Tutto è pronto; ultimi scambi di raccomandazioni, tipo: "Non rovinarmi la traccia", "Scattami qualche foto", ma soprattutto "Se cado e non ce la faccio a rialzarmi, non ridere come uno scemo e dammi una mano a tirarmi fuori".

I primi cinquanta o sessanta metri sono un po’ ripidi; tecnica standard: scaletta alternata a curva saltata con doppio appoggio; poi breve traverso a sinistra e siamo in centro al vallone. Pendenza ideale (per chi ha fatto sciolinare le solette). Inizia il ricamo; sequenze di curve senza termine; l’unico limite è dato dalla forza delle gambe.

Il sole finalmente si alza oltre la cima del Cristallo, è dietro di noi e le nostre ombre ci precedono e - guardandole muoversi - sembra quasi di essere in un film, uno di quei fantastici filmati di sci che talvolta si vedono in TV.

Ci sono solamente le nostre tracce. Curvando alziamo cristalli di neve che colpiti da raggi di sole brillano magicamente. E' un sogno. Le preoccupazioni e le paure sono tutte svanite. La neve è una bellissima polvere bianca. Susy - come al solito - è in grande forma anche se "non tutte le ciambelle (leggi "curve") riescono con il buco".

Bisogna fare attenzione e tenere un po’ verso sinistra per arrivare alla forcella Verde, poi andare dritti, stare ancora a sinistra ed infine per un pendio abbastanza ripido che adduce ad una gola fino ad arrivare ad una stretta fascia boscosa e quindi a Cimabanche.

Un po’ provati per l’ultimo tratto "incasinato" arriviamo - finalmente - al punto di ristoro dove, dopo un bel cappuccino, decidiamo di fare l’autostop per tornare a Cortina. Siamo fortunati; non aspettiamo più di cinque minuti ed in mezzora torniamo alla partenza.

Non sempre è facile fermarsi... "Beh! che si fa ora?".

"Io sono a posto (leggi "cotto")". "Godiamoci le belle discese al sole delle Tofane".

"In fin dei conti non siamo mica fatti di ferro!".

 

Ciao, alla prossima.

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