FANES - 29 marzo 2003

L'idea è quella di raggiungere il "Picco tra le due Forcelle" 2929 m nel Gruppo delle Conturines con partenza dalla Capanna Alpina 1726 m. Già questa mattina, entrando nella conca di Cortina in auto, mi ero reso subito conto che di neve ce n'era poca in giro ma ora che sono presso la Capanna Alpina mi accorgo che la situazione è desolante. Solo il pistone che scende dal Lagazuoi è sciabile, il resto...

Meglio non perdersi d'animo. Carico gli sci sullo zaino e mi avvio verso il Col Locia (2069 m). La salita è faticosa in quanto il sentiero a tratti si fa ripido. Finalmente lo raggiungo. Ora il panorama inizia a cambiare e compare un po' di neve. Anche il cielo cambia. Le previsioni meteo di Arabba indicavano per oggi tempo "prevalentemente soleggiato". In effetti il sole per un po' si è visto. Ora però la "nuvolosità medio-alta" che velava il cielo si è trasformata in vere e proprie nubi dense e scure che non promettono nulla di buono. Fa molto caldo con zero termico abbastanza elevato (2500-2600 m). Comincio a pensare che forse era meglio rimanere a casa oppure godermi una bella sciata in pista. Gli amici all'ultimo momento si sono tirati indietro ed eccomi qua solo a districarmi nel bel mezzo di un boschetto di rododendri farcito con neve infida che non reggerebbe il peso di un canarino, figuriamoci il mio con zaino e sci in spalla!

Finalmente posso calzare gli sci. Davanti a me una serie di pianori che si susseguono. A sinistra il Dente delle Cunturines e poi il Piz Taibun, a destra le Cime di Campestrin. Dietro la Cima del Lago con la forcella, le Cime di Fanis e il Monte Cavallo. Di fronte a me intravedo una modesta sella che costituisce il Passo Tadega (2153 m). Oltre, sulla destra, la Croda d'Antruilles.

La neve comincia a farsi pesante e la progressione faticosa. Arrivo all'imbocco del vallone denominato "Büsc da Stlü" (letteralmente: buco da chiudere). La progressione è sempre più problematica. Ad ogni passo sprofondo fino al ginocchio. Le neve è bagnata e per ironia della sorte inizia anche a nevicare. Non faccio nemmeno in tempo ad accorgermene e mi trovo nel bel mezzo di una bufera di neve. Prima di perdere l'orientamento, tolgo le pelli dagli sci ed inizio a scendere.

Ritirata ingloriosa. Se la salita è stata una sofferenza (500 m di dislivello in tre ore), la discesa si sta rivelando una fatica bestiale. Grazie alle mie grandi intuizioni riesco a complicarla anche più del necessario.

Il tutto finisce da dove era iniziato, cioè alla Capanna Alpina sotto un cielo che qui è ancora un po' azzurro, tra gli sciatori che scendono dal Lagazuoi e che si fanno scarrozzare al passo Falzarego con il taxi.

Ne è valsa la pena? Alzarsi alle 5 e mezza. Farsi il tragitto Padova - Cortina - Valparola e ritorno in auto (alla fine minimo 6 ore al volante). Non riuscire a raggiungere la meta e in discesa non poter fare neanche una curva decente. Beh penso proprio di sì. Primo perché sono andato in un luogo fantastico che non avevo mai visto prima; secondo perché me ne sono stato per i fatti miei per una giornata il che, ogni tanto, non guasta!

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