Il
nostro "status" di pensionati ha anche qualche aspetto
positivo. Ci permette di poter programmare la nostra attività
escursionistica in montagna senza necessariamente muoverci durante i
fine settimana. Possiamo tranquillamente trascorrere i week-end con
mogli, nipotini ed amici (quelli pigri) per poi scatenarci nei giorni
successivi nelle nostre "insensate" fatiche.
Naturalmente non manca mai il tempo per riunirci per programmare
l'attività. Così è stato anche per la nostra prima avventura con le
ciaspe.
Qualcuno aveva letto su un quotidiano locale di un paio di raduni di
"cispolatori". Luigi chiede, provocando una risata collettiva,
"Cosa sono 'ste ciaspe?". Dopo le dovute spiegazioni tecniche
la risposta alla domanda "Proviamo anche noi?" è entusiastica
e collettiva. Detto Fatto! Una telefonata al negozio di attrezzature da
neve in Valle Dorizzo; vista la disponibilità si decide che quello
sarebbe stato il nostro nuovo terreno di gioco. Tanto per cominciare
decidiamo di andare in una zona già frequentata da qualcuno di noi nel
periodo estivo. Silvano propone un'escursione nella zona della Piana di
Bruffione in quanto c'è già stato alcune volte nel periodo
estivo.
Bene ora si può partire.
Oggi è martedì. Arrivati in Gaver troviamo tantissima neve. Nei tre
giorni precedenti la neve è caduta continuamente accumulando uno
spessore di 60 cm. Il termometro è sceso fino a -16/-17 gradi e la neve
si è mantenuta farinosa. Giornata bellissima; non c'è una nuvola.
Silvano ci informa che giornate così in queste zone sono molto rare.
Siamo stati molto fortunati.
La compagnia è composta da Silvano, Luigi, Mario ed ovviamente
dal sottoscritto. Mario è una new-entry mentre manca Giovanni (da
Bari) incavolatissimo per non essere presente a causa di impegni
imprevisti.
Parcheggiamo l'automobile dopo gli impianti di risalita di Misa.
Iniziano i preparativi. Dopo aver litigato un po' con gli attrezzi, si
parte. Scendiamo per una stradina fino ad attraversare il torrente
Caffaro. Si comincia a salire. Dopo i primi passi ci rendiamo conto che
più che una passeggiata ci aspetta una faticaccia. Infatti nonostante
le ciaspe si sprofonda per almeno 30 cm.
Non importa. Mi metto in testa al gruppo a far traccia e
"tirare". Gli altri seguono; ogni tanto ci diamo il cambio in
testa al gruppo in modo di consentire all'apri strada di turno di
riprendere il fiato.
Ogni volta che si esce dal bosco incontriamo delle piccole slavine da
superare che rendono la marcia ancora più dura e difficile. Con un bel
po' di fatica e coraggio superiamo anche la Valle delle Marmotte dove la
neve ha coperto completamente il sentiero. Appena superata questa
piccola valle si presenta con grande soddisfazione la Piana di Bruffione.
Lo spettacolo ci entusiasma ed emoziona; ci fermiamo a scattare foto pur
sapendo che quello che verrà impresso non riuscirà mai a descrivere
tanta bellezza, i colori, i profumi e il silenzio di questo luogo, dove
noi per primi abbiamo calpestato il manto bianco. Un occhiata in giro ci
fa notare solo tracce di animali.
Raggiunta a fatica la Malga Bruffione ci liberiamo di zaini e ciaspe.
Ora ci concediamo un meritato spuntino: pane fresco, mortadella e del
buon "Lugana" che Silvano si era messo nello zaino. Rifocillati,
ci dedichiamo ad ammirare il panorama che ci circonda: dietro a noi il
Cornone di Blumone con i suoi 2900 m, il Monte Bruffione 2567 m e
l'omonimo Passo 2154 m e Cima Boia 2583 m.
Panorama veramente bellissimo ed unico.
Prima di riprendere il ritorno il "Gruppo" si vincola con una
promessa: la prossima volta arriviamo fino ai bellissimi laghetti di
Bruffione a quota 2000 m.
Il ritorno al punto di partenza oramai non ci può più riservare
sorprese. Ma non mancano nuovi spunti per scattare altre fotografie o
per ammirare l'ambiente che ci circonda.
Non senza fatica arriviamo finalmente all'automobile. Una giornata
"dura" (siamo o non siamo dei pensionati?) ma bellissima.
(Il
racconto della giornata è dell'amico Gigio)
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