Dopo circa un anno
dalla prima avventura ci siamo decisi a rimetterci le imbragature. La
nostra prima ed unica esperienza in ferrata l'avevamo fatta nel Giugno
2004 a Cima Capi sul Lago di Garda in quel di Riva.
Questa volta a farci muovere è stato Alessandro, un ragazzo del nostro
paese conosciuto da Gigio in palestra. Alessandro è un esperto di Vie
Ferrate e si è offerto, d'accordo con Gigio, di accompagnarci a Mori in
provincia di Trento.
La comitiva questa volta è composta da Gigio, Mario, Alessandro ed il
sottoscritto. Gli assenti sono Luigi ("mai più con le imbragature!")
e Giovanni, incavolatissimo per impegni precedenti.
Partiamo da casa alle 7. Alle 8.15 siamo al
parcheggio nella piazzetta di Mori con la parete proprio sopra alle nostre
teste. Quando Ale ci dice; "E' là che dobbiamo andare", Mario ed
io gli chiediamo se è impazzito (Gigio, invece, muto come un pesce). Per
risposta Ale ci informa che aveva avvisato Gigio che c'erano 300 m di
dislivello e due ore di parete impegnativa. Vatti a fidare degli amici!
Gigio se la ride e dopo alcuni insulti attraversiamo il piccolo paese e ci
incamminiamo sul sentiero che attraversa il bosco. Dopo 20 minuti
arriviamo alla partenza della ferrata. Caspita, è veramente
perpendicolare!
Ale controlla se l'attrezzatura individuale e
le sicure sono in ordine e poi, come un gatto, inizia ad arrampicare e a
darci preziose istruzioni sui punti di appoggio per i piedi. Io salgo per
secondo, poi seguono Mario e Gigio.
Dopo 4-5 passaggi veramente faticosi inizio ad accusare lo sforzo.
Alessandro mi dice di non preoccuparmi, è così solo la prima parte della
ferrata caratterizzata da un forte impegno delle braccia, poi andrà
meglio. Non per me, purtroppo. Dopo una decina di passaggi un problema
fisico mi impedisce di proseguire. Fortunatamente appena sotto di noi c'è
una via d'uscita. Alessandro mi aiuta a scendere e mi indica il
sentiero che porta sulla vetta dove potremo incontraci nuovamente.
Con grande dispiacere (ho bruciato un giorno di ferie per questa
escursione) e grande fatica seguo il sentiero e mi porto in vetta ad
aspettare gli amici.
Dopo 20 minuti circa guardando dal balconcino
di fine ferrata, da dove è possibile osservare gli ultimi 70-80 metri
della salita, vedo spuntare Alessandro che incita Mario e Gigio
informandoli che ormai la meta è vicina.
Ora li posso vedere bene. Dall'espressione del loro viso intuisco che la
salita è stata molto faticosa ma che altrettanto grande è la
soddisfazione per averla portata a termine. Appena messo il piede sul
balconcino Gigio e Mario lanciano un urlo ed io stringo loro la mano con
grande mia amarezza per non aver potuto stare con loro.
Ora mi sono ripreso e sto meglio ma sono un
po' amareggiato per la giornata buttata via. Alessandro mi fa rimettere l'imbrago
e propone a tutti di ritornare per un sentiero attrezzato in alternativa a
quello normale da me seguito all'andata. Questa soluzione trova il
gradimento di tutti e così dopo una ventina di minuti di sentiero
attrezzato arriviamo al punto di partenza dove c'è una piccola area
attrezzata con tavolini per pic-nic. E così, tra un panino e l'altro, gli
amici mi fanno un resoconto dettagliato, quasi di ogni passo,
dell'itinerario di salita.
Ci incamminiamo verso l'automobile ma sono ancora molto amareggiato per
come è andata la giornata. Mi rimane almeno la soddisfazione di aver
fatto da fotografo!
Durante il viaggio di ritorno Allesandro si
rende disponibile per un'altra uscita: la prossima sarà sul Monte Baldo.
Sicuramente ci sarà anche Giovanni ed il sottoscritto (almeno spero).

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