Monti del Garda - Cima Capi 927 m
Ferrata Fausto Susatti

Gigio e Luigi ai preparativi Silvano è pronto Giovanni è impaziente Cima Capi Silvano guarda la cima
Gigio riprende Cima Capi Giovanni. Devo partire... Io lo seguo... Luigi è un po' perplesso Giovanni il più divertito
Alla fine Gigio convince Luigi Mezza via! Giovanni appena sopra di me Luigi e Gigio a metà via Altra veduta di Riva
Gigio sempre vicino a Luigi Luigi quasi alla meta Eccoci a Cima Capi E' troppo bella Bolzanini incontrati sulla cima
La via del ritorno: Ferrata Foletti Giovanni sempre il primo Luigi con il suo custode Verso la chiesetta di San Giovanni Gli amici di Bolzano al rifugio adiacente la chiesetta di S.Giovanni

L’andare per monti per alcuni di noi è passione di vecchia data. Ora che i capelli piano piano hanno assunto riflessi bianco argentati, inaspettatamente, questo bel passatempo è diventato una parte essenziale della nostra vita. Il richiamo è diventato irresistibile. Certo la nostra esperienza è limitata. Non apparteniamo alla ristretta elite degli Alpinisti. Siamo dei semplici escursionisti ma con tanto fiato e buona volontà.

Un bel giorno di giugno mentre con Silvano, Luigi, Giovanni stiamo fantasticando sulle gite da effettuarsi durante l’estate qualcuno butta lì una proposta: “…sarebbe bello provare a fare qualche via ferrata, semplice senza tante pretese, per prendere confidenza con imbragature e moschettoni… ” .

Il primo commento: “…si adesso che sono in pensione vado ad arrampicarmi, a cercare di mettermi nei casini…”. Ormai conosco bene gli amici. Pieni d’entusiasmo ma hanno bisogno di una piccola spintarella per decidersi. Senza dire altro procuro l’attrezzatura e dopo due giorni siamo in automobile, destinazione Riva del Garda con obiettivo la salita a Cima Capi attraverso la “Ferrata Fausto Susatti”.

Le indicazioni della cartina sono ben dettagliate. Arrivati a Biacesa (da Riva si prende la galleria che porta in Val di Ledro) lasciamo l’automobile e zaino in spalla inizia la nostra nuova impresa. La giornata è splendida. Una leggera brezza sale dal lago, la visibilità è ottima ed il cielo è azzurro. Non possiamo chiedere di più.

Prendiamo la stradina e saliamo fino alle case alte; imbocchiamo il “Senter dei Bech” segnavia n. 470 e ci inoltriamo nel bosco fino ad un bivio con il sentiero “Susatti”. Seguendo il sentiero ci chiediamo se mai arriveremo all’inizio della ferrata, perché sebbene il panorama che si intravede, dentro e fuori dalla vegetazione, sia notevole stiamo camminando da più di un ora senza prendere quota. Finalmente arriviamo alla partenza della ferrata vera e propria! Giovanni comincia a litigare con l’imbragatura. Silvano non è da meno. Io che sono l’esperto ho il mio bel da fare a metterli in ordine. Luigi, visibilmente preoccupato, comincia a lamentarsi come una litania: “…guardate dove mi avete portato a 63 anni, se mi vedesse mia moglie legato come un salame… e cosa direbbero le mie nipotine…”. Giovanni invece diventa incontenibile e si arrampica come una capra (capra del sud, perché è di Bari) e tra uno sfottò e l’altro, senza dimenticare la sicurezza perché alcuni tratti sono particolarmente esposti, arriviamo alla vetta con grande soddisfazione di tutti. Il panorama è eccezionale. Il Lago di Garda sotto i nostri piedi, il Monte Baldo che sembra quasi toccarlo. La sosta è sempre troppo breve perché uno spettacolo così non vorresti mai smettere di ammirarlo, ma il sopraggiungere di altre persone ci obbliga a lasciare la piccola piazzola. La discesa si compie sull’altro versante attraverso la “Ferrata Foletti” fino al bivacco Arcioni dove troviamo una piccola comitiva di Bolzanini. Tutti “ragazzi” come noi, attrezzati con ogni ben di Dio (attrezzatura del tipo eno-gastronomico, si intende ovviamente). Subito grande amicizia e dopo alcune bottiglie di buon vino, quasi parenti, qualcuno intona vecchie canzoni e la stanchezza non la senti più. Arriviamo all’automobile stanchi, un po’ stravolti dalla tensione per la nostra prima ferrata, ma soddisfatti e ansiosi di cimentarci nella salita di un’altra via ferrata. Quale potrà essere la prossima?

(Il racconto della giornata è dell'amico Gigio)

 

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Musica di sottofondo: "Mia" - Gatto Panceri