GRUPPO DEL CAREGA
Dal Rifugio
Revolto (1355 m) al Rifugio Mario Fraccaroli (2237 m) e Capanna Sinel
(1998 m)
passando per i rifugi Pertica (1522 m) e Scalorbi (1787 m)
21 Giugno 2005
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Ormai sono rassegnato. Questa volta dovrò rinunciare alla
nostra solita escursione settimanale. Quasi a cercare consolazione, accendo
il computer per dare una sbirciatina all'ultima escursione degli amici di www.lupisuimonti.it
. Questi amici veronesi li ho conosciuti durante un'escursione al "Pizzocolo"
sul Garda e da allora ci teniamo in contatto anche attraverso
PassioneMontagna. Loro possono seguire le escursione realizzate dal mio
gruppo di amici ed io vedo le loro visitando Lupusuimonti. In circa venti minuti di sentiero arriviamo al Rif. Pertica. Dopo alcune foto riprendiamo a salire e scorgiamo i quattro veronesi molto avanti di noi sempre sulla strada militare. Abbiamo qualche dubbio sulla strada giusta da seguire ma ormai è impossibile avere altre informazioni. Molto attenti alle raccomandazioni ("non prendete scorciatoie") diffidiamo di tutte le segnalazioni sia a destra che a sinistra e proseguiamo (ci accorgeremo successivamente di aver superato anche l'imbocco del 108). Il panorama è stupendo e la giornata anche; non c'è una nuvola e per adesso camminiamo quasi sempre all'ombra. Dopo un'ora e mezza di cammino scorgiamo in lontananza il Rif. Scalorbi (1815 m). Questa volta abbandoniamo la strada militare e prendiamo una scorciatoia. Ora si naviga a vista. Alle 8 e 50 siamo al Rifugio. Piccola sosta per rifornimento di liquidi in quanto questa valle è molto povera d'acqua. Cogliamo l'occasione per chiedere informazioni alla signora (molto gentile) che gestisce il Rifugio la quale ci chiede di dove siamo. Alla nostra risposta è subito schermaglia: "le nostre montagne sono più belle, guardate che meraviglia", e noi "si è vero, però a Brescia abbiamo l'Adamello" e così via. Alla fine ci indica quale secondo lei è il sentiero migliore per raggiungere il Rif. Fraccaroli e con il dito ce lo indica. E' proprio sopra le nostre teste. Ci rendiamo conto a questo punto che la deviazione che avevamo passato poco dopo il Rif. Pertica non era una scorciatoia bensì l'imbocco del sentiero n. 108. Pazienza. Ormai è fatta, non possiamo certamente tornare indietro. Partiamo imboccando il sent. n. 112; dopo 30 minuti sopra le nostre teste scorgiamo quelli che poi diventeranno i nostri compagni di viaggio per il resto della giornata e cioè i quattro amici veronesi. Da lontano ci fanno alcune segnalazioni. Scopriremo poi che ci volevano far capire che ci stavano aspettando. L'incontro è al Vajo dei Colori; appena arrivati, ci fanno notare il fantastico panorama. Ci dicono che siamo fortunati per la giornata; una così è rarissima. Infatti si possono ammirare il Massiccio dell'Adamello, il Carrè Alto, un po' più a destra le Dolomiti di Brenta con la Cima Tosa ben evidente, inoltre il Pasubio e il Rif. Papa. Ancora più a destra (ma non le avremmo mai riconosciute se qualcuno non ce le avesse indicate) le Pale di San Martino che osserviamo meglio con l'ausilio di un binocolo Gli amici veronesi ci informano che nei giorni sereni e ventosi lo sguardo può arrivare fino alla Laguna Veneta. Dopo esserci riempiti gli occhi con queste meraviglie e scattato innumerevoli foto, riprendiamo il cammino con i nostri nuovi compagni. Alle 10 e 30 siamo al Rif. Fraccaroli (2230 m). Gli amici veronesi ci invitano a proseguire fino alla Capanna Sinel. Decidiamo di accettare. Effettuiamo quindi un altro rifornimento d'acqua e dopo una piccola sosta riprendiamo il cammino. Il sentiero (108) gira intorno alla Cima Posta; è molto panoramico e per niente faticoso. Il passaggio tra una valle e l'altra avviene tramite un anfratto tra le rocce molto caratteristico. Si attraversa un nevaio e un ghiaione e poi inizia il "Pra de Sinel". Altro panorama bellissimo: a Nord la Valle dell'Adige, un po' più a sinistra la "Podestaria" l'altopiano di Bosco Chiesanuova con la zona delle piste per il fondo, in mezzo Cima Levante. Tutto molto bello. Alle 12 arriviamo alla Capanna Sinel (1998 m). Alle 12 e 15 a tavola tutti assieme. Ci scambiamo quello che abbiamo negli zaini. Ottavio, il cuoco della compagnia dei veronesi , mette in tavola un riso freddo molto gradito (ci dicono che per questa sua abitudine Gianfranco lo prende sempre in giro). Un bicchiere di buon vino, qualche racconto di escursioni realizzate e un'ora passa in un attimo. Alle 13 e 20 si riparte per il rientro. Al Rif. Fraccaroli nuovo rifornimento d'acqua e via senza soste fino al Vajo dei Colori dove non rinunciamo ad un ultimo sguardo al panorama. Per la discesa imbocchiamo il sent. n. 290 che passa molto più alto rispetto a quello seguito all'andata. Sono i nostri compagni veronesi che ci guidano. Ottima scelta, molto più agevole e panoramico del sentiero seguito in salita. Alle 15 e 30 arriviamo al Rif. Scalorbi e senza fermarci riprendiamo la strada militare percorsa all'andata. L'unica sosta la facciamo al Rif. Pertica. Gli amici veronesi devono scattare delle foto ad un ponticello che ci dicono pericolante. Constato lo stato di degrado, firmiamo un esposto alla Regione Trentino perché venga realizzato un intervento conservativo che ne impedisca il crollo. Alle 17 finalmente siamo all'automobile. Ci salutiamo calorosamente scambiandoci e-mail e numeri di cellulare. Durante il viaggio di
ritorno ripenso alla giornata, molto faticosa ma sicuramente una delle più
belle tra quelle realizzate quest'anno grazie anche alla compagnia degli
amici veronesi! |
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Musica di sottofondo: "Solo come me" - Paola Turci