La nostra escursione settimanale per la seconda volta di
seguito si svolge nel Gruppo dell'Adamello. La compagnia è sempre la
stessa e cioè: Giovanni, Luigi, Mario, Gigio e il sottoscritto.
Partiamo da casa prestissimo. L'esperienza della settimana precedente è
servita. Alle 4 e 10 siamo tutti in automobile destinazione la bellissima
Val Camonica e precisamente Temù, paese a pochi chilometri da Ponte di
Legno dove si trova l'accesso per quella che chiamano la "Valle delle
centrali elettriche". Alla partenza il tempo non
promette nulla di buono, anzi pioviggina ma siamo tutti d'accordo si parte
comunque disposti anche a prendere la grandine come la settimana scorsa.
Dopo aver faticato non poco a individuare la stradina che da Temù porta
in valle a causa lavori in corso e mancanza totale di segnaletica,
arriviamo finalmente alla malga Caldea alle 6 e 50. Tempo dieci minuti e
siamo in cammino sul sentiero n. 11. Per la prima ora non è proprio un
sentiero ma una stradina asfaltata di proprietà dell'ENEL molto ripida e
faticosa. Arrivati al primo lago (Laghetto d'Avio) il sentiero si fa più
morbido. Incrociamo parecchi operai impegnati nella manutenzione delle
dighe i quali ci avvertono che al ritorno dovremo far suonare la sirena
posta all'inizio dell'ultimo lago per segnalare la nostra presenza. Così
facendo gli operai addetti alla messa in sicura del sentiero smetteranno
di far cadere massi per consentire il nostro passaggio. Tutto ciò non ci
tranquillizza ma comunque ci penseremo al ritorno. Il
sentiero procede ora quasi in piano affiancando tre laghi artificiali che
raccolgono le acque dei bacini superiori, acque che poi vengono sfruttate
per alimentare la centrale idroelettrica di Edolo. Superati i tre laghi,
il sentiero riprende a salire costeggiando la cascata precipitante dal
sovrastante ripiano di Malga Lavedole. Il panorama è bellissimo e il
tempo migliora di minuto in minuto. Arrivati sopra alla cascata troviamo
una incantevole piana tagliata in due dal ruscello. Da qui si comincia a
vedere il monte Adamello e sulla nostra destra un'altra diga il
"Pantano". Attraversata la piana e il
ruscello sfruttando un ponte di legno, riprendiamo a salire per il
sentiero chiamato "Il Calvario". Penso sia stato chiamato così
per i caduti della Grande Guerra, ma dopo una trentina di minuti di
faticosa e silenziosa salita Luigi si ferma e dice: "Credo di sapere
perché è chiamato Calvario, guardatevi non avete più neanche la forza
di parlare!". Segue una risata collettiva. Ne approfittiamo per
tirare un po' il fiato e dissetarci. A metà del Calvario
incrociamo una persona che sta già scendendo dal Rifugio Garibaldi.
Facciamo due chiacchiere . Ci dice che è partito alle 6 da Temù a piedi
passando per la Malga Caldea (12 Km solo per arrivare alla malga). Siamo
tutti meravigliati, ma lo siamo ancor di più quando ci dice di aver 77
anni! Verso la fine della terza ora di marcia finisce il
Calvario. Arriviamo su un piccolo pianoro: dinnanzi a noi si presenta
l'imponente parete nord del Monte Adamello; alla sua sinistra il
ghiacciaio del Venerocolo con l'omonima cima e il Corno Bianco. Uno
spettacolo emozionante; siamo tutti presi dall'ammirazione di questo luogo
che solo dopo 5 minuti cominciamo a guardarci intorno per individuare la
dislocazione del Rifugio Garibaldi. Pochi passi ed ecco il Lago Venerocolo
con adiacente la chiesetta e sul suo lato destro il Rifugio. Probabilmente
questa grande conca una volta era completamente ricoperta dal grande
Ghiacciaio del Venerocolo. Finalmente siamo al
Rifugio. E' il punto di partenza dell'Alta Via n. 1 dell'Adamello
che si sviluppa per ca. 50 Km in quota passando per tutti i rifugi del
Gruppo fino al Rifugio Tita Sechi. Ora possiamo consumare
il nostro solito spuntino che, come sempre, ci proponiamo essere leggero
per poter poi riprendere a camminare e che invece... Dopo
lo spuntino e un piccolo riposo, riprendiamo a salire per raggiungere la
vedretta del Venerocolo. Purtroppo ciò non risulta possibile a causa
della neve troppo molle e pericolosa. Ci accontentiamo di scattare molte
fotografie. Nel frattempo si è alzato un vento fortissimo e freddo che ci
consiglia di ritornare sui nostri passi. Il ritorno a valle
non è molto agevole. Prima la sirena da suonare con le preoccupazioni che
non venga sentita per il vento contrario, poi la stradina dell'ENEL molto
ripida che ci massacra le gambe. Alla fine raggiungiamo la nostra
automobile. Stanchissimi ma come al solito tanto ma tanto entusiasti per
quello che abbiamo visto. Per il mese di Luglio ci siamo
riproposti di attraversare il Pian di Neve pernottando in un rifugio, per
me sarebbe la prima esperienza di una notte in rifugio! Aspettando
che arrivi il mese di Luglio, ci teniamo - come si dice -
ALLENATI!!! Alla prossima.

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