DA MALGA CALDEA (1584 m) AL RIFUGIO GARIBALDI (2548 m)
7 Giugno 2005

Partenza da Malga Caldea Gli ultimi preparativi di Giovanni All'imbocco della stradina dell'ENEL Il Laghetto d'Avio Verso il Lago d'Avio
Il Lago d'Avio, colori mattutini, sullo sfondo l'Adamello Punta Calvi Giovanni e Mario verso l'ultimo lago Gigio e Luigi in zona pericolosa per caduta massi Il Lago Benedetto, colori mattutini
Passato pericolo Cascata sul Lago Benedetto Sullo sfondo il Corno dei Tre Signori Silvano, Luigi e Giovanni controllano Gigio Abbandonata la Malga Lavedole si riprende a salire
Inizia il Calvario Luigi, che non smette mai di parlare, e Mario Il Lago Pantano e Cima Plem A metà Calvario, alle spalle Cima Plem La diga del Venerocolo e il Monte Adamello
Giovanni davanti alla Madonnina dell'Adamello Ecco finalmente il Rifugio Garibaldi Bellissimo! Solito spuntino Il Lago Venerocolo e il Monte Adamello
Il Corno Bianco e il P.sso Brizio Cima Garibaldi Ranuncoli Il Rifugio Garibaldi dal sentiero n. 11 Non smettono mai di parlare!
Mario e Luigi verso il ghiacciaio Gigio e Giovanni sul sentiero n. 11 Luigi aiuta Mario ad uscire Monte Adamello e Ghiacciaio del Venerocolo La Vedretta del Venerocolo
Il Calvario, sulla strada del ritorno Il ritorno a Malga Lavedole Ultima occhiata... Lago Benedetto, i colori della sera Giovanni alla cascata

La nostra escursione settimanale per la seconda volta di seguito si svolge nel Gruppo dell'Adamello. La compagnia è sempre la stessa e cioè: Giovanni, Luigi, Mario, Gigio e il sottoscritto.
Partiamo da casa prestissimo. L'esperienza della settimana precedente è servita. Alle 4 e 10 siamo tutti in automobile destinazione la bellissima Val Camonica e precisamente Temù, paese a pochi chilometri da Ponte di Legno dove si trova l'accesso per quella che chiamano la "Valle delle centrali elettriche".

Alla partenza il tempo non promette nulla di buono, anzi pioviggina ma siamo tutti d'accordo si parte comunque disposti anche a prendere la grandine come la settimana scorsa. Dopo aver faticato non poco a individuare la stradina che da Temù porta in valle a causa lavori in corso e mancanza totale di segnaletica, arriviamo finalmente alla malga Caldea alle 6 e 50. Tempo dieci minuti e siamo in cammino sul sentiero n. 11. Per la prima ora non è proprio un sentiero ma una stradina asfaltata di proprietà dell'ENEL molto ripida e faticosa. Arrivati al primo lago (Laghetto d'Avio) il sentiero si fa più morbido. Incrociamo parecchi operai impegnati nella manutenzione delle dighe i quali ci avvertono che al ritorno dovremo far suonare la sirena posta all'inizio dell'ultimo lago per segnalare la nostra presenza. Così facendo gli operai addetti alla messa in sicura del sentiero smetteranno di far cadere massi per consentire il nostro passaggio. Tutto ciò non ci tranquillizza ma comunque ci penseremo al ritorno. 

Il sentiero procede ora quasi in piano affiancando tre laghi artificiali che raccolgono le acque dei bacini superiori, acque che poi vengono sfruttate per alimentare la centrale idroelettrica di Edolo. Superati i tre laghi, il sentiero riprende a salire costeggiando la cascata precipitante dal sovrastante ripiano di Malga Lavedole. Il panorama è bellissimo e il tempo migliora di minuto in minuto. Arrivati sopra alla cascata troviamo una incantevole piana tagliata in due dal ruscello. Da qui si comincia a vedere il monte Adamello e sulla nostra destra un'altra diga il "Pantano". 

Attraversata la piana e il ruscello sfruttando un ponte di legno,  riprendiamo a salire per il sentiero chiamato "Il Calvario". Penso sia stato chiamato così per i caduti della Grande Guerra, ma dopo una trentina di minuti di faticosa e silenziosa salita Luigi si ferma e dice: "Credo di sapere perché è chiamato Calvario, guardatevi non avete più neanche la forza di parlare!".  Segue una risata collettiva. Ne approfittiamo per tirare un po' il fiato e dissetarci.

A metà del Calvario incrociamo una persona che sta già scendendo dal Rifugio Garibaldi. Facciamo due chiacchiere . Ci dice che è partito alle 6 da Temù a piedi passando per la Malga Caldea (12 Km solo per arrivare alla malga). Siamo tutti meravigliati, ma lo siamo ancor di più quando ci dice di aver 77 anni!

Verso la fine della terza ora di marcia finisce il Calvario. Arriviamo su un piccolo pianoro: dinnanzi a noi si presenta l'imponente parete nord del  Monte Adamello; alla sua sinistra il ghiacciaio del Venerocolo con l'omonima cima e il Corno Bianco. Uno spettacolo emozionante; siamo tutti presi dall'ammirazione di questo luogo che solo dopo 5 minuti cominciamo a guardarci intorno per individuare la dislocazione del Rifugio Garibaldi. Pochi passi ed ecco il Lago Venerocolo con adiacente la chiesetta e sul suo lato destro il Rifugio. Probabilmente questa grande conca una volta era completamente ricoperta dal grande Ghiacciaio del Venerocolo. 

Finalmente siamo al Rifugio. E'  il punto di partenza dell'Alta Via n. 1 dell'Adamello che si sviluppa per ca. 50 Km in quota passando per tutti i rifugi del Gruppo fino al Rifugio Tita Sechi.

Ora possiamo consumare il nostro solito spuntino che, come sempre, ci proponiamo essere leggero per poter poi riprendere a camminare e che invece... 

Dopo lo spuntino e un piccolo riposo, riprendiamo a salire per raggiungere la vedretta del Venerocolo. Purtroppo ciò non risulta possibile a causa della neve troppo molle e pericolosa. Ci accontentiamo di scattare molte fotografie. Nel frattempo si è alzato un vento fortissimo e freddo che ci consiglia di ritornare sui nostri passi.

Il ritorno a valle non è molto agevole. Prima la sirena da suonare con le preoccupazioni che non venga sentita per il vento contrario, poi la stradina dell'ENEL molto ripida che ci massacra le gambe. Alla fine raggiungiamo la nostra automobile. Stanchissimi ma come al solito tanto ma tanto entusiasti per quello che abbiamo visto.

Per il mese di Luglio ci siamo riproposti di attraversare il Pian di Neve pernottando in un rifugio, per me sarebbe la prima esperienza di una notte in rifugio!

Aspettando che arrivi il mese di Luglio, ci teniamo - come si dice -  ALLENATI!!!

Alla prossima.

Scheda tecnica.

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Musica di sottofondo: "Solo come me" - Paola Turci