Catinaccio 25-26-27 e 28 Giugno 2007
(1a parte 25 e 26 Giugno)

Colonna sonora: "Pigro" - Pino Daniele   StopPlay

Clicca qui per ingrandire. Clicca qui per ingrandire. Clicca qui per ingrandire. Clicca qui per ingrandire. Clicca qui per ingrandire.
Clicca qui per ingrandire. Clicca qui per ingrandire. Clicca qui per ingrandire. Clicca qui per ingrandire. Clicca qui per ingrandire.
Clicca qui per ingrandire. Clicca qui per ingrandire. Clicca qui per ingrandire. Clicca qui per ingrandire. Clicca qui per ingrandire.
Clicca qui per ingrandire. Clicca qui per ingrandire. Clicca qui per ingrandire. Clicca qui per ingrandire. Clicca qui per ingrandire.
Clicca qui per ingrandire. Clicca qui per ingrandire. Clicca qui per ingrandire. Clicca qui per ingrandire. Clicca qui per ingrandire.
Clicca qui per ingrandire. Clicca qui per ingrandire. Clicca qui per ingrandire. Clicca qui per ingrandire. Clicca qui per ingrandire.
Clicca qui per ingrandire. Clicca qui per ingrandire. Clicca qui per ingrandire. Clicca qui per ingrandire. Clicca qui per ingrandire.
Clicca qui per ingrandire. Clicca qui per ingrandire. Clicca qui per ingrandire. Clicca qui per ingrandire. Clicca qui per ingrandire.
Clicca qui per ingrandire. Clicca qui per ingrandire. Clicca qui per ingrandire. Clicca qui per ingrandire. Clicca qui per ingrandire.
Clicca qui per ingrandire. Clicca qui per ingrandire. Clicca qui per ingrandire.   Le foto continuano nella pagina seguente - Vai alla pagina n. 2 dell'escursione "Catinaccio"

DIARIO DELL'ESCURSIONE a cura dell'amico Luigi
Parte Prima

L’escursione che ci ritrova protagonisti quest’anno è a dire poco entusiasmante, almeno sulla carta e condizioni meteo permettendo. Infatti, le previsioni del tempo sono incerte e il fisico non è tanto allenato, per di più Silvano affetto da lombosciatalgia si dichiara fuori gioco. L’unico ad essere in piena forma è Alessandro, ma per noi,  si sa, la passione è tanta e la voglia pure. Fatto sta che si decide di partire comunque.

La compagnia è composta da Alessandro (organizzatore e guida nonché tutor di noi tutti), Mario (cameraman), Silvano e il sottoscritto Luigi.

Lunedì 25 giugno ore undici, si parte da Carpendolo, destinazione Vigo di Fassa dove giungiamo alle due del pomeriggio. Siamo molto eccitati; non vediamo l'ora di iniziare la nostra avventura. Rapidamente parcheggiamo l'autovettura ed acquistiamo i biglietti della funivia del Ciampediè. La cabina in sette minuti ci solleva dai 1390 metri di Vigo fino a quota 2000 del rifugio Bellavista.

Davanti a noi si presenta subito un anfiteatro di cime sopra le quali si erge il Catinaccio D’Antermoia: 3002 metri di roccia! Prendiamo il sentiero n.540 che taglia subito nel bosco e in breve tempo siamo al rifugio Gardeccia; piccola sosta per registrare gli spallacci dello zaino (15 kg) e si riparte. Il sentiero che fino ad ora era quasi pianeggiante comincia a salire e ad un bivio diventa una carrozzabile percorribile dai fuoristrada (sentiero n. 546); tempo un ora e raggiungiamo il rifugio Vajolet a quota 2243 m. 

Il rifugio Vajolet è molto accogliente e prevediamo di pernottarci per  due notti e, grazie alla sua posizione strategica e all'itinerario che intendiamo realizzare, fungerà da campo base. L’aria è un po' fresca e se consideriamo i 38 gradi del mattino sembra ancora più fredda. L’ultimo sole della giornata ci regala una visione straordinaria delle montagne che ci circondano, cima Scalieret e la vetta del Gran Cront si vestono con i colori della dolomia e solo ora comprendiamo come sono nate le leggende che si raccontano circa il  “Giardino delle Rose” di Re Laurino.

Secondo giorno. Dopo una buona colazione, ci troviamo a percorrere il sentiero n. 584. Il cielo è terso, nemmeno una nuvola, oggi il panorama sarà sicuramente fantastico! In poco tempo raggiungiamo passo Principe e l’omonimo rifugio (purtroppo in ristrutturazione), indossate le imbracature inizia la ferrata che in circa tre ore ci porta sulla vetta D’Antermoia quota 3002 m. 

Dalla cima la vista spazia a 360 gradi. Lo sguardo abbraccia il gruppo del Latemar, l’Alpe di Siusi, il Sasso Lungo, il Gruppo del Sella e il Pordoi, più in là le Tofane e la Marmolada e tante altre cime compaiono nitide all’orizzonte! Cosa dire davanti ad uno spettacolo del genere? Non ci sono parole o aggettivi che possono descrivere questa meraviglia; una volta tornati a casa si cercherà di farlo mostrando le fotografie e i filmati girati dal bravo Mario, ma le sensazioni? Quelle sono solo tue e le porti dentro, scolpite, indimenticabili.

Proseguiamo su traccia di sentiero e roccette fino ad arrivare a cima Scalieret. Sotto di noi possiamo vedere il sentiero che percorreremo domani. Da qui sembra molto impegnativo e commentando ci domandiamo, se dopo la fatica di oggi, avremo la forza di affrontarlo. La risposta ognuno di noi la possiede già, con tutta l’andrenalina che ci scorre addosso chi si ferma più?!

Poche tracce sul sentiero del ritorno e così ci ritroviamo a scendere lungo pietraie e dirupi fino sopra il rifugio Vajolet. Il cielo si è oscurato e il brontolio di un temporale ci accompagna sulla strada del ritorno. Ci è andata bene. Infatti, facciamo appena in tempo ad arrivare al rifugio che una violenta grandinata fa sì che il termometro, in pochi minuti,  segni zero gradi. Con addosso tutti gli indumenti a disposizione nello zaino ceniamo e poi tutti a nanna.

Le foto continuano nella pagina seguente - Vai alla pagina n. 2 dell'escursione "Catinaccio"

 

Ritorna alla Home Page di Silvano Gafforini