Catinaccio 25-26-27 e 28 Giugno 2007
(2a parte 27 e 28 Giugno)

Colonna sonora: "Come saprei" - Giorgia   StopPlay

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DIARIO DELL'ESCURSIONE a cura dell'amico Luigi 
Parte seconda 

Terzo giorno. Nemmeno una nuvola all’orizzonte, siamo fortunati. Sentiero 542 dal rif. Vajolet al rif. Re Alberto: quasi 400 metri in verticale. Sul sentiero ci sono ancora le tracce della grandine della sera prima; fa fresco ma il sole ci raggiunge presto e ci riscalda. Poco dopo, sopra di noi, compaiono le torri del Vajolet. Sono maestose, uniche. Estasiati scattiamo foto e riprendiamo il tutto con la videocamera. Con un pizzico di malinconia proseguiamo verso il passo Santner a quota 2734 m. 

Ora il sentiero diventa ferrata e indossati gli imbrachi la affrontiamo in discesa. A causa della grandine e della neve caduta la sera prima la ferrata si presenta scivolosa e in alcuni punti difficoltosa. Nessuno parla, si sente solo il rumore dei moschettoni che ci assicurano al cavo di sicurezza. Questa difficoltà la rende ancora più suggestiva e sarà indimenticabile! 

Finita la ferrata il sentiero prosegue a mezza costa senza particolari difficoltà sul versante occidentale del Catinaccio. Ne trae vantaggio la vista che spazia su tutta la Val D’Ega con i suoi boschi lussureggianti e i prati di un colore verde intenso e la strada che da Bolzano porta attraverso Nova Levante al passo Costalunga. Giungiamo velocemente al rifugio Fronza a quota 2339 m, grande struttura posta all’arrivo della seggiovia che sale dal passo Costalunga. Subito ci rifocilliamo con un piatto di spaghetti “aglio olio e peperoncino” che a nostra insaputa ci condizionerà …tutta la serata.

Il tempo, da bello quale era, peggiora e poco dopo una serie di temporali con fulmini e saette squarciano la notte.

La stanchezza comincia a farsi sentire, ma le gambe tengono ancora bene e il morale è alto.

Quarto ed ultimo giorno. Con un po’ di malinconia approntiamo lo zaino. Oggi termina la nostra escursione; poi chissà quando avremo nuovamente la possibilità di trascorrere alcuni giorni tra le montagne. Cielo terso, una nuvola ci accompagna e ogni tanto oscura il sole caldo.

Sentiero del Masarè n. 549 a quota 2630 lo percorriamo fino a incrociare il sentiero n. 551 che ci porta fino al passo del Vajolon, da dove inizia la ferrata. In breve raggiungiamo la cima della Roda del Vael a quota 2806 m. Anche questa cima ci regala una vista spettacolare; da quassù si intravede, ai piedi del Latemar, il lago di Carezza. Il sentiero si inerpica sulle creste per un lungo tratto che però noi abbandoniamo in prossimità della Torre Finestra per scendere al rifugio Roda del Vael dove ci concediamo una fetta di torta e poi via di corsa sul sentiero n. 545 alla volta della funivia che raggiungiamo dopo un’ora circa.

Termina così questa bella escursione che ci introdotto nel mondo delle Dolomiti, montagne dalle forme fantastiche avvolte da misteri e leggende delle quali ora ci sentiamo un po' parte anche noi.

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