AUTUNNO SULLA CIMA FRADUSTA
In
pianura e in fondo valle le prime nebbie hanno già fatto la loro comparsa e come ad ogni
fine estate ciò - inspiegabilmente - riesce a sorprendermi e mi coglie ancora una volta
impreparato. Eppure le stagioni si alternano come sempre. Prima luci intense che rendono
tutto chiaro, i contorni sono nitidi, poi - invece - toni smorzati e tutto è meno
preciso, come in una foto sfuocata. Prima la certezza poi il dubbio.
L'autunno è arrivato; citando Francesco Guccini stagione di "ripensamenti sugli anni e sull'età".
In montagna questa stagione riserva momenti di grande intensità emotiva. Qui, tra il verde che lascia spazio al rosso ed al giallo e cieli che si ostinano a rimanere limpidi, chi vaga per questi luoghi può trarre infinita linfa vitale per lavventura quotidiana.
Questa mattina mi sono alzato molto presto; in automobile da Padova la strada è lunga e la prima corsa della funivia che sale alla Rosetta parte alle ore 8,30 ed io non voglio perderla. E lultima giornata d'apertura prima della pausa autunnale. Lidea è quella di fare il giro classico Rosetta, Passo Pradidali Basso, Ghiacciaio e Cima Fradusta e ritorno.
E un giro che ho già compiuto altre volte e non è impegnativo; giusto per sgranchirmi un po le gambe.
Tutto come previsto: ore 7,45 colazione a Fiera; ore 8,30 sono già presso la stazione a valle della funivia.
Ci sono anche tre ragazzi da Vicenza; la loro meta è il Passo delle Farangole ed il rifugio Mulaz, giro bellissimo. Per breve tratto, fino al rifugio Pedrotti, procediamo insieme, poi ognuno per la propria strada.
Il
cielo è quasi perfettamente pulito e fa freddo. Silenzio totale, solo il rumore dei miei
passi. Alla mia sinistra, lontano oltre lAltopiano delle Pale, osservo (un po
nascosto) il Cimon della Pala, la bianca Valle dei Cantoni, la Vezzana, i Bureloni e le
Cime di Valgrande.
In due ore sono al Passo Pradidali Basso, attraverso il Ghiacciaio e per facile sentiero di cresta sono in cima alla Fradusta.
E quasi mezzogiorno. Dopo aver scattato qualche foto finalmente mangio i classici panini.
Troppo presto per iniziare a scendere. Vale la pena sedersi ad ammirare comodamente lo scenario con laiuto del binocolo. Il sole scalda un po laria ma fa ancora freddo; chiuso dentro al pile prendo dallo zaino il mio piccolo quaderno di montagna e comincio a sfogliarlo. Quanti timbri e quante soddisfazioni.
Questa notte ho dormito
poco; forse è per questo motivo che inizio ad assopirmi. Mi sistemo il frontino del
berretto e chiudo gli occhi. I pensieri iniziano a volare senza confini; sono in uno stato
di dormiveglia irreale, mi sembra di essere sospeso nel nulla. Una leggera brezza di vento
mi sfiora la pelle del viso. La mente ritorna alle belle emozioni vissute in montagna
nellultima stagione con la famiglia e con gli amici. E cominciano già i progetti
per il prossimo inverno. Sci, ma soprattutto scialpinismo. Montagne scintillanti, luoghi
solitari, panorami stupendi. E poi nuovamente primavera, con le giornate sempre più
lunghe e la possibilità di effettuare escursioni anche in alta montagna.
Già mi vedo impegnato in lunghissime discese in neve fresca; serpentine a non finire. E poi...
VOCI!!! Non sono più solo.
"Salve!" - "Beh per me è ora di tornare; forse ho già perso lultima corsa della funivia. Voi dormite al bivacco del Rifugio? Io devo ritornare a casa. Scendo per il rifugio Pradidali, Passo di Ball, Col dei Bechi e la Val di Roda fino a San Martino Come? Interminabile? Si, forse.".
In pianura ritroverò la mia città avvolta dalla nebbia, ma oramai questo non ha più importanza.