DIARIO
DELL'ESCURSIONE a cura dell'amico Luigi
Parte seconda
Terzo giorno. Nemmeno una nuvola all’orizzonte, siamo fortunati. Sentiero 542 dal rif.
Vajolet al rif. Re Alberto: quasi 400 metri in verticale. Sul sentiero ci
sono ancora le tracce della grandine della sera prima; fa fresco ma il sole
ci raggiunge presto e ci riscalda. Poco dopo, sopra di noi, compaiono le
torri del Vajolet. Sono maestose, uniche. Estasiati scattiamo foto e
riprendiamo il tutto con la videocamera. Con un pizzico di malinconia
proseguiamo verso il passo Santner a quota 2734 m.
Ora il sentiero diventa
ferrata e indossati gli imbrachi la affrontiamo in discesa. A causa della
grandine e della neve caduta la sera prima la ferrata si presenta scivolosa
e in alcuni punti difficoltosa. Nessuno parla, si sente solo il rumore dei
moschettoni che ci assicurano al cavo di sicurezza. Questa difficoltà la
rende ancora più suggestiva e sarà indimenticabile!
Finita la ferrata il sentiero
prosegue a mezza costa senza particolari difficoltà sul versante
occidentale del Catinaccio. Ne trae vantaggio la vista che spazia su tutta
la Val D’Ega con i suoi boschi lussureggianti e i prati di un colore verde
intenso e la strada che da Bolzano porta attraverso Nova Levante al passo
Costalunga. Giungiamo velocemente al rifugio Fronza a quota 2339 m, grande
struttura posta all’arrivo della seggiovia che sale dal passo Costalunga.
Subito ci rifocilliamo con un piatto di spaghetti “aglio olio e
peperoncino” che a nostra insaputa ci condizionerà …tutta la serata.
Il tempo, da bello quale era,
peggiora e poco dopo una serie di temporali con fulmini e saette squarciano
la notte.
La stanchezza comincia a farsi
sentire, ma le gambe tengono ancora bene e il morale è alto.
Quarto ed ultimo giorno. Con un po’
di malinconia approntiamo lo zaino. Oggi termina la nostra escursione; poi chissà quando
avremo nuovamente la possibilità di trascorrere alcuni giorni tra le
montagne. Cielo terso, una nuvola ci accompagna e ogni tanto
oscura il sole caldo.
Sentiero del Masarè n. 549 a
quota 2630 lo percorriamo fino a incrociare il sentiero n. 551 che ci porta
fino al passo del Vajolon, da dove inizia la ferrata. In breve raggiungiamo
la cima della Roda del Vael a quota 2806 m. Anche questa cima ci regala una
vista spettacolare; da quassù si intravede, ai piedi del Latemar, il lago
di Carezza. Il sentiero si inerpica sulle creste per un lungo tratto che però
noi abbandoniamo in prossimità della Torre Finestra per scendere al rifugio
Roda del Vael dove ci concediamo una fetta di torta e poi via di corsa sul
sentiero n. 545 alla volta della funivia che raggiungiamo dopo un’ora
circa.
Termina così questa bella
escursione che ci introdotto nel mondo delle Dolomiti, montagne dalle forme
fantastiche avvolte da
misteri e leggende delle quali ora ci sentiamo un po' parte anche noi.

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